sabato 31 dicembre 2011

Buon 2012!

Vi auguri un buon anno e vi lascio il mio Barbagianni fatto di ritagli di carta da parati a vegliare su questa notte: un altro lavoro del "progetto Cartesio"
Spero vivamente che non ci siano botti, petardi, bombe (morti) altrimenti il mio Barbagianni volerà via terrorizzato...e non si dica che è lui che porta sfiga!

giovedì 29 dicembre 2011

Ancora Carta da Parati

 Continua purtroppo molto a rilento il progetto "Cartesio" (nome di convenienza) per il riciclo carta da parati. Sono stata e sono molto occupata con altri progetti e non so quando avrò tempo per continuare, ma d'altra parte questi rotoli sono abituati ad aspettare ed hanno alle spalle una storia di attese ben più lunghe.

Storia del perché ho tanta carta da parati.


Tanto tempo fa, quando ancora io non ero nata, i miei genitori lavoravano entrambi per un famoso negozio di carta da parati. Col passare degli anni, mia madre, pur non lavorando più lì, mantenne i contatti con "l'ambiente delle carte" e, per la sua mania collezion-accumulativa, acquistò vari rotoli di parati, e per vari intendo: decine di rotoli alti 1m e larghi 40 cm e altrettante decine di book campionari anch'essi belli voluminosi (40x50cm circa). Probabilmente furono acquisti di occasione, dato che erano già allora articoli un po' fuori moda (magari fondi di magazzino).
I rotoli sono stati custoditi pazientemente per anni e anni, in alcuni casi sono serviti per foderare ante di armadi e cassetti, poi nulla più...
Fino ad oggi(diciamo quest'estate) quando ho pensato di riutilizzarli in lavoretti eco-compatibili come i libri pop-up affinché non marciscano del tutto in cantina  (e in tutti gli altri posti in cui abbiamo sparpagliato i campionari).
La progettazione però va a rilento come dicevo: ci vuole un bel po' di tempo e spazio per lavorare con questi enormi fogli, e soprattutto dovrei fare più pratica, ma spero comunque nei prossimi giorni di postare qualcosa degli ultimi sviluppi orientati al collage.

Mi chiedo come e se evolverà ulteriormente questa cosa...

mercoledì 28 dicembre 2011

Herpes


Dal 24 mattina il mio labbro superiore ha deciso di concorrere alla nomina di

martedì 27 dicembre 2011

Tutorial Disegno_03( Scomposizione in piani)

La scorsa settimana avevo semplificato i volumi in ovali, cioè avevo dato una bella scartavetrata e smussando ogni forma. Oggi passo la pialla!
E' possibile scomporre un soggetto attraverso piani? Sì, credo sia un ottimo esercizio per analizzare in
modo minuzioso i volumi e la maniera in cui la luce incide sulle superfici a seconda della posizione in cui è. Non è comunque un procedimento facile, perché la mente tende a sintetizzare le forme organiche con figure tondeggianti e non attraverso piani.

Qui analizzo i piani in cui posso

sabato 24 dicembre 2011

Cambio design blog

Se ieri qualche malcapitato ha notato certi fulminei e/o strani cambiamenti sul layout di questa pagina "non prendetela a male, ma pensate di aver dormito, e che questa sia una visione della fantasia…" No, era semplicemente la sottoscritta che

mercoledì 21 dicembre 2011

Scusi, è permesso?


Mi fermo davanti al portone, mi sistemo le borse fra i piedi, prendo la macchina foto e osservo. Bellissimo cortile nascosto, che in realtà nascosto non è per nulla: sono a pochi metri da una delle vie più affollate del centro e il portone è spalancato, come tutte le volte che mi ricordo di selezionare il "percorso anti-folla=anti-panico" nel mio cervellino e passo in via Stampatori, tagliando per via Barbaroux, piuttosto che via Botero o via dei Mercanti.

martedì 20 dicembre 2011

Tutorial disegno_02(Studio dei volumi)

La scorsa settimana ho iniziato il primo tutorial sul disegno.
Quello di oggi potrà sembrare un post contraddittorio rispetto a quello della scorsa settimana dove si diceva che spesso il nostro cervello stilizza le linee attraverso figure geometriche, ma è sempre bene osservare quei piccoli particolari che arricchiscono le linee. Ebbene oggi invece voglio fare un passo indietro e sintetizzare la linea per studiare meglio i volumi ché quando sono posti in uno spazio prospettico sono difficili da gestire (maledetta prospettiva...), perché è altrettanto utile acquisire le forme in maniera semplice per poi poterle arricchire e particolareggiare.

Quasi tutte le forme organiche sono sintetizzabili in cerchi, o meglio sfere, dato che parliamo di volumi.

venerdì 16 dicembre 2011

Aspettando la primavera si piantano chiodi.

Questo è un esperimento che ho portato avanti per parecchi week end dalla fine dell'estate. Quella che sembra una casettina gialla per le bambole in origine doveva essere

martedì 13 dicembre 2011

Tutorials disegno_01(osservare i particolari)

Oggi vorrei provare ad iniziare una serie di Tutorial di disegno. Non so se sono in grado di insegnare una tecnica per disegnare, anzi no, non lo sono perché secondo me non c'è una sola tecnica, c'e n'è 1001, per questo cercherò solo di analizzare gli errori (inconsapevoli)che si possono compiere mentre si disegna, che anch'io faccio e che fanno sì che il risultato non sia ciò che si sperava. Non so se potrà essere utile a qualcuno, di sicuro

lunedì 12 dicembre 2011

Passeggiata Eco(nomica).

Sabato pomeriggio.
Dato l'impennata del caro benzina propongo una passeggiata per rifocillare il frigo e rinvigorire i muscoli. Che importa se il negozio più vicino è a circa 5 km e in aperta campagna? Ci vado, l'ho già fatto quando c'era la neve,ora c'è pure il sole (spero pure di tornare prima che sia tramontato ma ne dubito un po'). Il panorama lungo il tragitto non è dei migliori: ormai è quasi tutto marcio e a valle c'è poco sole, insomma non è la campagna del Fantastico Mr Fox (visto poche ore prima, fantastico)
Ma respiro comunque aria pulita e mi gusto una simpatica conversazione fra un italiano e uno svedese in inglese, o per lo meno: ascolto e cerco di capire cosa dice l'italiano al cellulare, mi intrometto ogni tanto suggerendo (in italiano) idee per regali natalizi che vengono simultaneamente tradotte e proposte all'amico svedese...e intanto faccio esercizio con le lingue. E' straordinario però essere in aperta campagna, circondati dal nulla e da qualche corvo e poter parlare con qualcuno che sta in un'altra parte del mondo.
Alla fine (io e l'italiano) ci mettiamo quasi 2 ore arrivando col buio, un cielo tigrato e la luna, sudati marci ma contenti.
Forse non ha giovato più di tanto alle mie tasche fare tutta quella strada per risparmiare benzina, ma se non altro le mie gambe ringraziano.

venerdì 9 dicembre 2011

La delusione del Kiwi

C'era una volta un kiwi disegnato su foglio colorato male.
Il Kiwi non si spiegava perché era finito fra pennellate aguzze anziché morbide sfumature, ma decise comunque di mettere su qualche piuma, in attesa che cambiasse qualcosa.
Ma le cose non migliorarono e si mise a piovere. Il Kiwi vide con crescente delusione che pure i palloncini, con cui avrebbe voluto volare via da quel foglio, erano stati colorati con dei toni insensati (e per di più non erano ancora asciutti)
Non sapendo più che aspettarsi, il piccolo Kiwi decise di restare e tutt'al più far fare ai palloncini qualche ritocchino digitale.
Morale della favola: Il Kiwi non sa volare ma è velocissimo nella corsa, io non ho ancora capito come usare le tempere (spiegazioni della puntata precendente QUI)

giovedì 8 dicembre 2011

Immacolata Libreria


 C'è chi può permettersi di arredare una casa da zero e chi deve arrangiare i mobili nuovi con gli spazi che ha. Nota da ricordare: non comprare mai, e dico MAI mobili di misura se devi riempire uno spazio già arredato. Quest'oggi ho dovuto "arrangiare"(leggi: "segare") una libreria Ikea che avevo comprato qualche giorno fa, assieme a 2 cassettiere, per riempire lo spazio che occupava il mio vecchio letto. Per mia sfortuna la somma delle larghezze dei mobili non corrispondeva a ciò che avevo calcolato... no, non ho fatto un errore matematico, più che altro non ho voluto ascoltare la vocina in testa (per una volta sensata) che mi diceva di non fidarmi della somma delle misure e di lasciare un minimo di scarto per lo spazio fra un mobile e l'altro. Alla fine mi sono trovata con una libreria che non entrava nello spazio assegnato per 0,3 cm, che fare? Gli uomini di casa consigliavano di limare un lato della libreria finché non fosse entrato... non credo servano commenti, basta immaginare un mobiletto "spellato" su un lato a mostrare il suo tenero cuore di truciolato.
La mia soluzione ha richiesto un po' di tempo e mano d'opera, ma penso che ne sia valsa la pena. Per prima cosa abbiamo dovuto smontare il mobile appena costruito.
Dopo di che ho misurato  0,5cm di scarto su ogni ripiano orizzontale che corrispondevano al corpo centrale della libreria (sta volta ho abbondato per sicurezza) e con l'aiuto di un seghetto da ferro, per via della lama dalla dentatura più fine, ho letteralmente segato via l'eccesso. Restava uno scarto sulla lunghezza dei pioli che penetravano tra i pannelli laterali verticali e quelli orizzontali accorciati: non ho segato i pioli (alcuni erano di ferro), ma ho trapanato i buchi che dovevano accogliere i pioli per farli più profondi. Stessa cosa per le "staffe" reggi mensola: ho rifatto il buco 5mm più in centro.
Ultimo step: rimontare il tutto e posizionarci i libri ancora senza fissa dimora.
(Pensa che c'è chi all'immacolata addobba alberi...)

martedì 6 dicembre 2011

Morte a Venezia

Odio Venezia e le città morte che si fingono vive. La odio perché ha più di un millenio e se lo porta tutto e male: dagli edifici fatiscenti all'ipotetico "problema" dell'acqua alta che in mille anni di avanzamento tecnologico nessuno ha potuto (o voluto) risolvere. E intanto "Venezia affonda, affrettatevi a vedere la Serenissima, è l'ultimo spettacolo e poi si chiude! Accorrete numerosi prima che affondi!" e l'ultimo biglietto è sempre il più caro, specie quando è l'ultimo da ormai troppo tempo e lo spettacolo non cambia e... Venezia continua ad affondare.
Ma Venezia è già morta da secoli, è il fantasma di un'epoca che fu. Nessuno oggi vive a Venezia: tutti vorrebbero vivere in quello che fu slendore e sfarzo del passato, si mettono maschere del Seicento in una rivisitazione fatta di plasticaccia e colori fluorescenti per colmare un horror vacui di insulsa tristezza. Venezia è piena di turisti, di piccioni, di cose da vedere, ma è vuota di vita quotidiana, se non fosse per i piccoli vicoli in cui si affacciano balconi dove ancora si stendono i panni e i giardini della Biennale dove si respira Europa contemporanea, si direbbe un teatro nel quale il pubblico ha invaso il palco e si è sparpagliato fra le quinte non sapendo bene cosa fare e dove andare, si muove in modo disordinato eppure continuo e ti trascina con isterismo soffocante.
Odio Venezia perché è la cartolina di sé stessa. Il modo migliore per visitare Venezia è guardarla attraverso un quadro (magaridel '700, magari un Canaletto): l'unica macchina del tempo capace di mostrarvi la Serenissima ancora viva.
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